Ai confini dell'Europa

[Mirko Pasqua]

Ovviamente vi ringrazio per aver interagito con questo prologo. È sempre importante avere un confronto con profili esperti  . Detto questo, nel post qui sotto troverete tutte le risposte.

Episodio 2 - Figlio di un’altra terra

Il melting pot etnico che ha caratterizzato l’Europa Orientale ha avuto il suo seguito anche nel calcio. Diverse società, infatti, hanno allargato i propri orizzonti sino a terre geograficamente e culturalmente distanti anni luce. Uno dei continenti più affini è - forse senza dubbio alcuno - il Sud America, che ha visto partire i propri ‘figli’ nella speranza di un futuro migliore.

In questo ‘fiume umano’ che attraversava l’Atlantico in cerca di ricchezza vi si è inserito anche Sandro da Cunha Barbosa. La sua è una storia come quella di molti altri giovani del mondo che coltivano il sogno di diventare un calciatore affermato. Per realizzarlo, però, è stato necessario un sacrificio: diventare figlio di un’altra terra.


Biografia e primi anni

Sandro da Cunha Barbosa nasce a Campinas il 1° luglio 1982. Nella terza città dello stato brasiliano di São Paulo le possibilità appaiono inesauribili; la realtà, però, non è mai all’altezza della fantasia e per la famiglia di Sandro la strada si fa in salita. Crescere a Vila Madalena, lontano dalle luci del centro, non offre spiragli per poter emergere.

Sandro, dal canto suo, coltiva la passione del calcio con gli amici del bairro. Prova a farsi strada - nonostante un fisico esile - sgomitando mentre rincorre il pallone a piedi nudi. Quasi una ragione di vita che diventa concreta nel 1992, quando approda alle giovanili del Ponte Preta su segnalazione di João Costa, all’epoca osservatore per la squadra bianconera.


L’esordio e l’Europa

Negli anni al Ponte Preta la porzione di campo di sua competenza subisce variazioni: dapprima viene utilizzato come esterno offensivo destro, per poi arretrare il raggio di azione diventando un terzino fluidificante. Proprio in questo ruolo - nel 1999 - farà il suo esordio nel campionato di Série B con la maglia del Ferroviária, restandovi sino al 2002.

Scaduto il contratto con i granata, si avvicina a casa difendendo i colori del Paulista dal 2002 al 2004. Dopo aver vagliato diverse proposte di mercato - alcune provenienti dalla Série A - decide di tentare l’avventura in Europa, precisamente in Croazia, ove veste la maglia dell’Imotski per il quinquennio 2005-2010 nella 2. HNL, seconda divisione nazionale.

Nonostante l’affetto dei tifosi bianco-rossi (che lo ribattezzano ‘Alex’), nell’estate del 2010 si accasa al Rudeš. La scelta si rivelerà infruttuosa, in quanto verrà utilizzato principalmente come rincalzo. Rimane comunque a Zagabria, accettando l’offerta del Dragovoljac con il quale approderà in Prva HNL al termine della stagione 2012-2013 da vincitore.

A settembre 2013 ottiene la cittadinanza croata e gioca da titolare con i Neri, sebbene venga considerato tra i principali artefici della retrocessione in seconda divisione. Il 1° luglio 2014, giorno del suo trentaduesimo compleanno, viene quindi ceduto all’HNK Gorica. Vestirà la maglia rossonera fino alla stagione 2017-2018, vincendo la 2. HNL e chiudendo la carriera.


Gli inizi da allenatore

Durante gli anni di militanza al Gorica, da Cunha studia per diventare allenatore. Nel 2016, con 34 primavere sulle spalle e il posto da titolare ormai ceduto ai più giovani, frequenta i corsi nazionali croati. Ottenute le certificazioni necessarie, nel 2018 è costretto a tornare in Brasile per gravi problemi familiari, rimandando così l’esordio in panchina.

Risolte le problematiche familiari, da Cunha ritorna in Croazia nel dicembre 2019. Con le panchine già occupate e l’avvento improvviso della pandemia da Covid-19 - che porta alla sospensione dei campionati - la carriera da coach stenta a decollare. La svolta giunge a giugno 2021, quando accetta la chiamata del NK Dugopolje militante in seconda divisione.



P.S.: nella voce 'Esperienza come giocatore' il livello è regionale.