28/03/2022, 16:43
Ciao, sono Joao Reinildo Regazzoni. Sono nato a Belo Horizonte nel 1988 da una famiglia di origine italiana, infatti i miei nonni si sono trasferiti in Brasile cercando fortuna.
Inizio, come molti ragazzi, a giocare a calcio fin dalla tenera età però un brutto infortunio al ginocchio pone fine alla mia carriera da calciatore, seppur dilettante. La passione per il calcio non passa mai e, pernon dire addio completamente a questo magnifico sport, decido di intraprendere la carriera da allenatore: gli ultimi 7 anni li ho passati allenando giovani ragazzi nei campi delle squadrette locali della mia città natia però sento che è arrivato il momento di fare il grande salto.
Decido di affidarmi ad un agente, il quale si occuperà di mandare le mie candidature in giro per il mondo.
Un tranquillo giorno di metà luglio, mentre sono indaffarato con le mie solite commissioni, squilla il telefono. Rispondo ed è il mio agente che mi dà una notizia inaspettata: "Ti ho trovato una squadra". Rimango di stucco, chiedo informazioni e mi parla del di una squadra in Costa Rica.
Vengo intrigato da quest'offerta, prendo il primo aereo disponibile ed atterro all'aeroporto di San José.
Una macchina della società mi sta aspettando e dopo i soliti convenevoli ci dirigiamo a Guadalupe, un piccolo distretto nella provincia di San José. Arrivati nella sede societaria in poco tempo troviamo l'accordo e firmo il mio primo contratto.
È ufficiale: Joao Reinildo Regazzoni è diventato il nuovo allenatore del Club Deportivo Barrio Mèxico.
La società non vanta certamente una storia gloriosa, anzi. Però la sfida mi stuzzica e, comunque, un po' di esperienza partendo dal basso devo farla. L'obiettivo è sicuramente quello di riportare immediatamente la squadra nella massima serie del Costa Rica.
Le partite in casa vengono giocate al piccolo, e comunale, stadio Ernesto Rohrmoser Lahmann la cui capienza è di appena 3000 posti.
Una volta presentatomi alla squadra osservo in allenamento i giocatori presenti in rosa e mi accorgo subito di una cosa: la media anagrafica della squadra è altissima. Supera i trent'anni. Infatti i migliori due giocatori sono i quasi quarantenni Johnny Woodly, costaricano, e l'argentino Ismael Gòmez.
È indubbio che appena ci sarà l'occasione dovrò ringiovanire drasticamente la rosa. Per il momento non ci penso, l'obiettivo è la promozione.
Per quanto riguarda la tattica punto su un 4-2-3-1 abbastanza classico. Non avendo molta varietà e qualità a disposizione cerco di impartire ai miei giocatori pochi concetti ma precisi: cercare di fare un pressing intelligente e muovere molto gli uomini d'attacco per non dare punti di riferimenti alla difesa avversaria.
L'avventura è solo all'inizio ed io sono già eccitato per la mia prima esperienza da allenatore. Chissà cosa mi riserverà questa panchina.
Inizio, come molti ragazzi, a giocare a calcio fin dalla tenera età però un brutto infortunio al ginocchio pone fine alla mia carriera da calciatore, seppur dilettante. La passione per il calcio non passa mai e, pernon dire addio completamente a questo magnifico sport, decido di intraprendere la carriera da allenatore: gli ultimi 7 anni li ho passati allenando giovani ragazzi nei campi delle squadrette locali della mia città natia però sento che è arrivato il momento di fare il grande salto.
Decido di affidarmi ad un agente, il quale si occuperà di mandare le mie candidature in giro per il mondo.
Un tranquillo giorno di metà luglio, mentre sono indaffarato con le mie solite commissioni, squilla il telefono. Rispondo ed è il mio agente che mi dà una notizia inaspettata: "Ti ho trovato una squadra". Rimango di stucco, chiedo informazioni e mi parla del di una squadra in Costa Rica.
Vengo intrigato da quest'offerta, prendo il primo aereo disponibile ed atterro all'aeroporto di San José.
Una macchina della società mi sta aspettando e dopo i soliti convenevoli ci dirigiamo a Guadalupe, un piccolo distretto nella provincia di San José. Arrivati nella sede societaria in poco tempo troviamo l'accordo e firmo il mio primo contratto.
È ufficiale: Joao Reinildo Regazzoni è diventato il nuovo allenatore del Club Deportivo Barrio Mèxico.
La società non vanta certamente una storia gloriosa, anzi. Però la sfida mi stuzzica e, comunque, un po' di esperienza partendo dal basso devo farla. L'obiettivo è sicuramente quello di riportare immediatamente la squadra nella massima serie del Costa Rica.
Le partite in casa vengono giocate al piccolo, e comunale, stadio Ernesto Rohrmoser Lahmann la cui capienza è di appena 3000 posti.
Una volta presentatomi alla squadra osservo in allenamento i giocatori presenti in rosa e mi accorgo subito di una cosa: la media anagrafica della squadra è altissima. Supera i trent'anni. Infatti i migliori due giocatori sono i quasi quarantenni Johnny Woodly, costaricano, e l'argentino Ismael Gòmez.
È indubbio che appena ci sarà l'occasione dovrò ringiovanire drasticamente la rosa. Per il momento non ci penso, l'obiettivo è la promozione.
Per quanto riguarda la tattica punto su un 4-2-3-1 abbastanza classico. Non avendo molta varietà e qualità a disposizione cerco di impartire ai miei giocatori pochi concetti ma precisi: cercare di fare un pressing intelligente e muovere molto gli uomini d'attacco per non dare punti di riferimenti alla difesa avversaria.
L'avventura è solo all'inizio ed io sono già eccitato per la mia prima esperienza da allenatore. Chissà cosa mi riserverà questa panchina.