Ai confini dell'Europa

[Mirko Pasqua]

PROLOGO

Episodio 1 - Alla fiera (del calcio) dell’Est

Nei confini più reconditi del Vecchio Continente si annidano storie spesso relegate ai margini dell’attenzione internazionale. Storie di riscatto figlie di sofferenza, fame, soprusi e obbedienza a regimi totalitari le cui ideologie - liberali sulla carta - prevaricano qualsivoglia dignità umana. Come ogni altro fenomeno umano, però, vi è un inizio e una fine.

Il desiderio di affermare la propria identità, infatti, fu la reale causa della dissoluzione di tre grandi stati federali: Jugoslavia, Cecoslovacchia e URSS. Ne nacquero stati indipendenti, ciascuno dei quali mantiene tutt’oggi profondi legami etnici, ragion per cui i confini geopolitici tracciati negli anni successivi appaiono persino limitanti.

Il sussulto socio-politico si è inevitabilmente ripercosso sul gioco del calcio. I club - pur conservando la propria tradizione storica - hanno fatto i conti con nuovi scenari competitivi. Lo stesso dicasi per le rappresentative nazionali, ‘vittime’ di un corposo rimpasto che ha mescolato le carte in tavola dopo svariati decenni di certezze ormai consolidate.

Il senso di smarrimento - peraltro comprensibile - non ha però coinvolto tutte le parti in causa. Da questo momento storico, infatti, una nazione ha saputo trarre il meglio imponendosi come compagine in ascesa nel contesto internazionale. A voi lettori provare a indovinare il luogo dal quale partirà un’avventura spero coinvolgente.

[Mr. TikiTaka]

Guarda guarda chi si ri-vede si ri-legge.
Non sai quanto sono felice.. o forse lo sai, te l'ho già detto in tutte le salse

Seguo ovviamente e spero vivamente di poter leggere questo racconto a prescindere dai commenti. Non voglio rimanerci male, eh...

Nazione: siamo nell'est e parliamo di ascesa.
Potrebbe essere l'Ungheria, così come la Bosnia. Documentandomi però, credo sia proprio il movimento in netta crescita.. Perchè Kosovo, Montenegro, Slovacchia e Serbia stanno comunque tutte ben figurando di recente..

Punto dieci cent (ho troppa paura di sbagliare!) sulla Serbia

[Stefano Scordo]

Io punto sulla Croazia, finalista al mondiale....

[ethan76]

benvenuto in sezione Mirko!

prologo interessante, sicuramente la Jugoslavia è quella che ha perso di più in seguito a questi cambiamenti geopolitici.

Proprio per questo motivo credo che tu abbia scelto di partire proprio da un paese della ex jugoslavia.

A livello nazionale penso che la Croazia sia nettamente superiore a qualsiasi altra nazione, a livello di club invece la Stella Rossa e quindi la Serbia sia quella più attrezzata in Europa.

Dico comunque anch'io Croazia.

[Mirko Pasqua]

Ovviamente vi ringrazio per aver interagito con questo prologo. È sempre importante avere un confronto con profili esperti  . Detto questo, nel post qui sotto troverete tutte le risposte.

Episodio 2 - Figlio di un’altra terra

Il melting pot etnico che ha caratterizzato l’Europa Orientale ha avuto il suo seguito anche nel calcio. Diverse società, infatti, hanno allargato i propri orizzonti sino a terre geograficamente e culturalmente distanti anni luce. Uno dei continenti più affini è - forse senza dubbio alcuno - il Sud America, che ha visto partire i propri ‘figli’ nella speranza di un futuro migliore.

In questo ‘fiume umano’ che attraversava l’Atlantico in cerca di ricchezza vi si è inserito anche Sandro da Cunha Barbosa. La sua è una storia come quella di molti altri giovani del mondo che coltivano il sogno di diventare un calciatore affermato. Per realizzarlo, però, è stato necessario un sacrificio: diventare figlio di un’altra terra.


Biografia e primi anni

Sandro da Cunha Barbosa nasce a Campinas il 1° luglio 1982. Nella terza città dello stato brasiliano di São Paulo le possibilità appaiono inesauribili; la realtà, però, non è mai all’altezza della fantasia e per la famiglia di Sandro la strada si fa in salita. Crescere a Vila Madalena, lontano dalle luci del centro, non offre spiragli per poter emergere.

Sandro, dal canto suo, coltiva la passione del calcio con gli amici del bairro. Prova a farsi strada - nonostante un fisico esile - sgomitando mentre rincorre il pallone a piedi nudi. Quasi una ragione di vita che diventa concreta nel 1992, quando approda alle giovanili del Ponte Preta su segnalazione di João Costa, all’epoca osservatore per la squadra bianconera.


L’esordio e l’Europa

Negli anni al Ponte Preta la porzione di campo di sua competenza subisce variazioni: dapprima viene utilizzato come esterno offensivo destro, per poi arretrare il raggio di azione diventando un terzino fluidificante. Proprio in questo ruolo - nel 1999 - farà il suo esordio nel campionato di Série B con la maglia del Ferroviária, restandovi sino al 2002.

Scaduto il contratto con i granata, si avvicina a casa difendendo i colori del Paulista dal 2002 al 2004. Dopo aver vagliato diverse proposte di mercato - alcune provenienti dalla Série A - decide di tentare l’avventura in Europa, precisamente in Croazia, ove veste la maglia dell’Imotski per il quinquennio 2005-2010 nella 2. HNL, seconda divisione nazionale.

Nonostante l’affetto dei tifosi bianco-rossi (che lo ribattezzano ‘Alex’), nell’estate del 2010 si accasa al Rudeš. La scelta si rivelerà infruttuosa, in quanto verrà utilizzato principalmente come rincalzo. Rimane comunque a Zagabria, accettando l’offerta del Dragovoljac con il quale approderà in Prva HNL al termine della stagione 2012-2013 da vincitore.

A settembre 2013 ottiene la cittadinanza croata e gioca da titolare con i Neri, sebbene venga considerato tra i principali artefici della retrocessione in seconda divisione. Il 1° luglio 2014, giorno del suo trentaduesimo compleanno, viene quindi ceduto all’HNK Gorica. Vestirà la maglia rossonera fino alla stagione 2017-2018, vincendo la 2. HNL e chiudendo la carriera.


Gli inizi da allenatore

Durante gli anni di militanza al Gorica, da Cunha studia per diventare allenatore. Nel 2016, con 34 primavere sulle spalle e il posto da titolare ormai ceduto ai più giovani, frequenta i corsi nazionali croati. Ottenute le certificazioni necessarie, nel 2018 è costretto a tornare in Brasile per gravi problemi familiari, rimandando così l’esordio in panchina.

Risolte le problematiche familiari, da Cunha ritorna in Croazia nel dicembre 2019. Con le panchine già occupate e l’avvento improvviso della pandemia da Covid-19 - che porta alla sospensione dei campionati - la carriera da coach stenta a decollare. La svolta giunge a giugno 2021, quando accetta la chiamata del NK Dugopolje militante in seconda divisione.



P.S.: nella voce 'Esperienza come giocatore' il livello è regionale.

[Mr. TikiTaka]

Un background bello approfondito e dettagliato.. il tuo classico stile riesce a far immergere perfettamente il lettore, calandolo nei panni del protagonista.

Alla fine è Croazia. Avevano ragione i miei colleghi, per fortuna ho puntato poco

Seconda divisione, sono curioso del livello complessivo della squadra e non vedo l'ora di conoscere i vari profili con cui il mister dovrà lavorare!

[Blackdragon-ITA]

L'Europa minore, se così si può definire, ha un fascino senza pari: nomi di squadre quasi impronunciabili, luoghi che benché facenti parte dello stesso continente sembrano provenire da pianeti differenti, usi e costumi tra i più disparati. E tante belle favole! La costellazione di bandiere che ha preso il posto del sole jugoslavo e di quello rosso con falce e martello hanno messo in luce tante realtà con potenzialità interessanti, calciatori in grado di sollevare Champions League e piccole grandi storie.

La Croazia è probabilmente, anche grazie ad una Nazionale che fa da vetrina ad un movimento calcistico decisamente in fermento, ad oggi, la realtà che più si avvicina a quei campionati che fanno da cuscino tra i fantastici 5 ed il calcio dell'Est e scandinavo (siamo probabilmente sui livelli svizzeri ed austriaci, se non addirittura più su). Interessante la scelta di partire dalla B: Varazdin, Opatija, Sesvete e Rudes saranno le tue principali concorrenti, ma ovviamente si tifa per te! 16 squadre per una sola promozione, ma le carte da giocare sicuramente non ti mancano!

[ethan76]

quello croato è sempre stato uno di quei campionati in cui dicevo 'la prossima carriera la gioco in Croazia' ma per un motivo o per l'altro non si è mai concretizzato. La tua carriera sarà l'occasione di vedere che sensazioni sa regalare!

Io ci ho sempre trovato dei giovani fantastici e son curioso di capire se la tradizione dei vecchi fm sarà confermata anche ora.

Bella la storia dell'ex calciatore brasiliano, tra l'altro esiste realmente un Sandro da Cunha Barbosa, ma a differenza del tuo avatar che è paulista il vero è mineiro, sono andato a cercarlo perchè il nome non mi suonava nuovo

[Mirko Pasqua]

@Mr. TikiTaka, ti ringrazio sempre per i complimenti  . Comunque sì: alla fine eccoci in Croazia, pronti a scrivere pagine importanti sulla panchina del Dugopolje.

@Blackdragon-ITA, anzitutto ci tengo a darti il mio caloroso benvenuto su questa avventura! Fa sempre bene leggere pareri di personalità differenti. Detto questo, mi sono tuffato su questa realtà proprio per vedere come crescerà e come si adatterà il nostro protagonista nonostante ormai vi risieda da anni.

@ethan76, davvero esiste un calciatore con lo stesso nome e cognome? Fantastico, aggiunge maggiore verosimiglianza al racconto! E comunque avevi indovinato dove si sarebbe svolta la carriera 


Detto questo, rinnovo i miei ringraziamenti per il vostro seguito e vi do appuntamento al primo episodio che parlerà nello specifico della stagione sportiva 2021/2022.

STAGIONE 2021/2022

Episodio 1 - Con gli occhi di Sandro

Dugopolje, 14/06/2021

Dopo anni di studio e circostanze avverse, Sandro da Cunha è il nuovo allenatore del NK Dugopolje. La firma sul contratto - di durata annuale - è arrivata al culmine di una trattativa estenuante e avviata nella prima metà di aprile. L’allenatore brasiliano, dunque, è atteso allo stadio Hrvatski vitezovi per le ore 9:00 per un ‘tuffo’ nei colori biancoblu.

Il club, fondato nel 1952, non ha però ottenuto grandi risultati in campo nazionale: il miglior periodo è il triennio 2009-2012, momento nel quale i Dugopoljci possono fregiarsi del titolo di campioni di 3. HNL (stagione 2009-2010) e di campioni di 2. HNL (stagione 2011-2012). La dirigenza, pertanto, si augura che l’ingaggio di da Cunha migliori lo score.


Le finanze

Imporre il proprio nome nello scenario nazionale comporta una cura pressoché maniacale dei dettagli. Tra questi un’importanza significativa le rivestono sicuramente le finanze, di cui da Cunha viene messo al corrente dopo il rapido giro turistico allo stadio e alla sala trofei. Viene sottoposta alla sua attenzione la seguente schermata:

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Il budget trasferimenti rimane esiguo, mentre quello legato ai contratti consente buoni margini di manovra. Altrettanto interessante la proiezione finanziaria, la quale presenta valori al ribasso. A queste latitudini è difficile godere di entrare cospicue, pertanto potrà essere necessario qualche sacrificio nella finestra di mercato che aprirà a breve:

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Lo staff

Nel briefing con la dirigenza, da Cunha viene messo al corrente dello staff a sua disposizione. Al momento del suo arrivo, infatti, il tecnico brasiliano disporrà solamente di due preparatori, i quali avrà modo di conoscere nei giorni successivi. Preoccupa l’assenza di elementi nel reparto ‘Osservatori’ e in quello ‘Medico’ come visibile nel seguente screen:

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Da questa prima parte del confronto è venuta fuori la prima richiesta di da Cunha: rimpolpare lo staff della prima squadra. Ma mentre bisognerà operare investimenti in questa direzione, il contrario sarà fatto per quanto concerne lo staff dell’Under-19. Secondo i limiti imposti dalla dirigenza, infatti, è stato superato il numero massimo concesso:

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Lo spogliatoio

A conclusione dell’incontro tra allenatore e dirigenza è stata illustrata la panoramica sulla squadra. La stessa, infatti, sta godendo dei giorni di vacanza post finale di stagione, ma è stata tempestivamente informata dell’arrivo di da Cunha e la risposta è stata positiva. Il contrappeso, però, è dato dal cattivo affiatamento tra i giocatori:

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Una rapida occhiata anche alla situazione gerarchie. Nel complesso la squadra si mostra ben assortita in quanto a personalità, ma nel corso della stagione potrebbe risentire della mancanza di leader. I profili più influenti, comunque, daranno il loro contributo affinché si riesca a risanare nel più breve tempo possibile ogni eventuale incomprensione con il coach:

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[Mr. TikiTaka]

Sulla situazione finanziaria e la conseguente proiezione, sinceramente, pensavo molto meglio. Solitamente fuori dai confini italiani, i conti sono decisamente più positivi o, comunque, almeno in pari. Qui invece bisognerà lavorare anche in quella direzione.. sperando di non dover sacrificare sin da subito pezzi pregiati.
L'idea di diventare un club da cui tirare fuori promesse per creare plus-valenze, è davvero intrigante, ma servono almeno un paio di stagioni di assestamento.

Staff da migliorare sicuramente (ma questo in qualsiasi società), mentre il sostegno allenatore è stra-positivo vederlo giù sul verde: lavoro in meno da fare!