Nulla accade per caso

[JohnBonham]

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Eric Faria   
@ericfaria74
6 mar 2022 | ore 17:15

Criciúma (SC) - Si è chiuso nel tardo pomeriggio di oggi la Prima Fase del Campeonato Catarinense, la Chapecoense ha battuto 1-0 il Criciúma con un gol di Bruno Silva nei minuti finali, chiudendo al primo posto in classifica con 25 punti conquistati su 27 disponibili. La squadra di Nivaldo ha letteralmente dominato in questo avvio di stagione, presentandosi con un nuovo assetto tattico, il 4-2-3-1, che ha dato subito risposte importanti, i biancoverdi sono apparsi assai convincenti e autoritari, tanto da trasformare alcuni impegni in semplici scampagnate (6-0 all'Hercílio Luz, 6-1 al Joinville e 4-1 al Marcílio Dias). In alcune partite c'è stato bisogno di più impegno per venirne a capo (bella la rimonta contro la Figueirense), ma è proprio in una di queste, contro l'Avaí (unica squadra di Série A insieme alla Chape), che gli uomini di Nivaldo hanno dimostrato la loro superiorità. L'unico pareggio è maturato nel derby della Lingüiça, alla penultima giornata contro il Concórdia, prossimo avversario della Chape nei quarti di finale del torneo. Il tabellone sembra essere già delineato, con le due superfavorite, Chape e Avaí, che potrebbero ritrovarsi in finale, ma occhio alle sorprese, come insegna l'epilogo dello scorso anno che vide trionfare la Figueirense in finale ai rigori.

Il borsino della rosa - Tante le note positive in casa Chapecoense, i protagonisti della scorsa annata si sono ritrovati più affiatati che mai, sfruttando ancora l'onda emotiva della promozione in Série A, e i nuovi hanno saputo subito far breccia nel cuore dei tifosi. Il solito Bruno Silva ha incantato la scena, dimostrando una volta di più quanto sia fondamentale per questa squadra, in avanti Álvaro è la solita garanzia e il giovane Foguinho continua a stupire con gol pesanti e giocate d'autore. Vini Locatelli bene a sprazzi, il giovane gioiello di casa Chape deve ancora familiarizzare col nuovo ruolo di trequartista, mentre Evandro è sembrato a suo agio nel ruolo di rifinitore. Nel pacchetto arretrato Ezequiel e Joilson si sono confermati le solite certezze, mentre il capitano Alan Ruschel è tornato finalmente in campo dopo il lunghissimo stop, mettendo in mostra anche uno stato di forma più che discreto. In mezzo i più in palla sono sembrati Willian Oliveira e Ronei, in porta invece non ha convinto Elias e avanza l'ipotesi di Tiepo come nuovo vice João Ricardo.

Un capitolo a parte meritano i nuovi arrivati, chi ha saputo stupire sin da subito è stato João Pedro, l'impatto avuto dall'ex Athlético Paranaense è stato assolutamente devastante, gol e assist a volontà e un piede sinistro sempre caldo, se questo è l'inizio, non vediamo l'ora di vedere il resto... Marciel invece è stato provato terzino per una manciata di volte, senza convincere troppo, molto meglio come metronomo nel centrocampo a due, anzi, decisamente meglio, chi sembra ancora un pò in ritardo di condizione è Rhuan, ma ci sarà tempo prima che arrivi la fase calda della stagione.

Nel frattempo arrivano cattive notizie dall'infermeria, Inácio e Álvaro salteranno la fase finale del Catarinense, con qualche residua speranza di recuperare l'attaccante per la (eventuale) finale. Due assenze molto pesanti proprio alla vigilia della fase decisiva.

La Copa do Brasil - Fra un impegno e l'altro del Catarinense, si sono giocati anche i primi due turni della Coppa Nazionale, la Chapecoense ha superato nell'ordine ABC e Criciúma, approdando al Terzo Turno dove affronterà in casa il Salgueiro (PE). Come accade spesso in questa competizione, la differenza di valori si assottiglia, generando partite molto combattute, non è un caso che nel primo incontro sul campo dell'ABC, la Chapecoense sia stata costretta a recuperare 2 gol di svantaggio, passando solo grazie al miglior piazzamento in campionato (regola alquanto rivedibile - ndr). Molto più agevole la vittoria sul campo del Criciúma, nonostante l'inferiorità numerica dal 61' in poi.
L'obiettivo societario è quello di raggiungere quantomeno il Quarto Turno, traguardo largamente alla portata del club, ma la Copa do Brasil resta una competizione d'importanza minore, soprattutto in vista dei playoff del Campeonato Catarinense.

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È il novembre 2020 quando, il Presidente della Chapecoense, Paulo Ricardo Magro, decide di affidare la panchina all'ex portiere della squadra biancoverde Nivaldo. Considerato una vera Leggenda da queste parti, il neo allenatore è chiamato a riportare la Chape nella massima serie nel più breve tempo possibile e dopo una stagione molto tribolata riesce a centrare l'obiettivo all'ultima giornata. Il suo 4-3-3 convince solo a tratti, alternando prestazioni tanto esaltanti quanto deludenti. La fiducia nel suo operato è cresciuta negli ultimi tempi, grazie anche ad un'ottima capacità di gestire il mercato in prima persona, ma ciò che sta impressionando in positivo è sicuramente l'impatto del suo nuovo 4-2-3-1. La squadra ha assimilato in brevissimo tempo i principi di gioco, un calcio "ragionato", votato alla solidità del suo impianto difensivo e alla concretezza offensiva, i risultati ottenuti in questa prima parte di stagione sono stati oltremodo convincenti e i complimenti non sono tardati ad arrivare.

Il sistema di base è, come già detto, un 4-2-3-1, un modulo che è stato fonte d'ispirazione anche per il mercato in entrata, difatti, con i due esterni d'attacco che giocano tassativamente a piede invertito, sono stati presi Rhuan (un destro naturale) e João Pedro (un mancino), completando un reparto che contava già su giocatori come Bruno Silva e Foguinho. In avanti la presenza di una punta "verticale" è un punto di riferimento importante per le giocate del trequartista, la "mente" del reparto offensivo, ruolo interpretato fino ad ora alla grande dall'eterno Evandro e un pò a corrente alternata da Vini Locatelli. La cerniera di centrocampo è chiamata innanzitutto a fare filtro e, in seconda battuta, supportare la fase di possesso, giocando corto e sicuro. Dietro una linea a 4 che prevede due centrali a zona che provano spesso a giocare d'anticipo, sugli esterni due fluidificanti ai quali viene chiesto di spingere tanto e guadagnare il fondo.

Fase di possesso

In fase di possesso palla la squadra brasiliana cerca di sviluppare il gioco sulle fasce, sfruttando l'ampiezza data da terzini ed esterni d'attacco, che spesso dialogano fra loro. I movimenti senza palla ad attaccare la profondità della punta premiano i passaggi in verticale del regista offensivo. Il rimo di gioco piuttosto standard determina un calcio ragionato, ma che prevede un'accelerata negli ultimi metri. La costruzione dal basso non è un diktat di Nivaldo, che preferisce adattarsi alle diverse situazioni che si evolvono durante la partita.

Transizioni

Nelle transizioni negative si evidenzia il vero cambio di rotta tattico di Nivaldo, il pressing a tutto campo attuato l'anno scorso è stato abbandonato per far posto ad un atteggiamento che si sposa perfettamente con la mentalità prudente della squadra. Non appena si perde il possesso, i giocatori corrono all'indietro per ristabilire un certo ordine nell'assetto tattico, questo aiuta tantissimo i centrali a non farsi trovare impreparati sui lanci lunghi a palla scoperta. Quando la Chapecoense ritorna in possesso palla attacca in contropiede, se l’avversario è tatticamente sbilanciato. Nessuna indicazione specifica per il portiere, che sceglierà di volta in volta come avviare l'azione dalle retrovie.

Fase di non possesso

In fase di non possesso la formazione biancoverde predilige non pressare alto ma ricompattarsi generando una distanza tra i reparti molto corta. La fase di pressing è gestita nei singoli, così come la scelta dei contrasti, mentre nelle marcature la squadra è chiamata a stare molto vicino all'avversario, ognuno nella zona di competenza.

Punti di forza

• La solidità difensiva data da una difesa posizionale coadiuvata da due centrocampisti che fanno da schermo.
  

• Gli attaccanti esterni, spesso decisivi con i loro movimenti a tagliare verso il centro, tanto in rifinitura quanto in finalizzazione.
  

Punti di debolezza

• I terzini vengono chiamati ad un lavoro pittosto sfiancante, soffrendo spesso in fase di ripiegamento.
  

• Il trequartista non trova sempre lo spazio giusto per la giocata vincente, in questo senso è più probabile un problema di interpreti.