16/01/2022, 22:41
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 26/01/2022, 22:33 da elpiase.)
Luglio, mattina presto.
Non c'è nulla di meglio dell'aria di montagna la mattina presto. A metà salita mi fermo un attimo a prender fiato ed alzo lo sguardo verso la meta, l'eremo in cima al monte è lì. Sono in marcia da un'ora ed è sempre lì alla stessa distanza, quasi che si sia spostato per dispetto.
In realtà è molto più vicino di quel che sembra, senza accorgermene ho già passato il confine e pochi passi più avanti a me si apre lo spiazzo con l'enorme scritta in pietra lunga decine di metri inneggiante al padre-padrone del vecchio regime oltreconfine, strategicamente posta appena al di là della frontiera ma al tempo stesso chiaramente visibile dal nostro versante. Quel regime è caduto ormai da diversi anni ma la scritta è rimasta, un ricordo sbeffeggiante di un'epoca passata.
Volgo lo sguardo alle mie spalle, la giornata è particolarmente tersa ed all'orizonte si distingue chiaramente la linea della costa a qualche decina di chilometri. La spianata davanti a me è delimitata ad occidente dal fiume turchese che spunta da dietro il monte e ad oriente da un'altopiano roccioso.
Un triangolo di terra di pochi chilometri, un fazzoletto di terra dura, arida e chiusa che è lo specchio dei suoi abitanti notoriamente testardi, intransigenti e scontrosi. Però è anche una terra che ha dato molto al mondo del calcio.
Cerco con lo sguardo la foce del fiume, in quella zona è nato il mio mentore: prima giocatore e poi allenatore della stessa squadra in cui io ho iniziato a tirare i primi calci al pallone, questo trampolino di lancio lo ha poi portato ad affermarsi a livello nazionale guidando diverse "big".
Ad una manciata di chilometri si trova la casa di uno degli allenatori più intransigenti ma vincenti della sua epoca: 12 titoli nazionali e due coppe europee, oltre a svariati premi individuali.
Risalendo il fiume sfioriamo il paese che ha dato i natali ad un'altro ex-giocatore della mia squadra: un difensore arcigno, vecchio stile che dismessi i panni da giocatore è riuscito nell'impresa di vincere il massimo trofeo calcistico, Il campionato mondiale FIFA.
Continuiamo la risalita delle acque turchesi e tocchiamo il paese d'origine di un'altro gigante di questo sport: ha vinto tutto da calciatore, da allenatore un titolo nazionale ed uno continentale con squadre di club, ha allenato anche la squadra nazionale ma con meno fortuna.
Lo sguardo è ormai alle pendici del monte che sto scalando e guardando verso levante seguo la linea del confine che taglia a metà la mia città natale. Dopo una breve esitazione trovo lo stadio della mia squadra, intitolato proprio ad uno degli allenatori a cui pensavo poco fa.
Domani è il mio primo giorno da allenatore proprio in quello stadio. Chissà se sarò all'altezza dei miei predecessori...
P.S.
Offro una :beer: a chi individua sia la squadra che gli allenatori citati. :biggrin:
Non c'è nulla di meglio dell'aria di montagna la mattina presto. A metà salita mi fermo un attimo a prender fiato ed alzo lo sguardo verso la meta, l'eremo in cima al monte è lì. Sono in marcia da un'ora ed è sempre lì alla stessa distanza, quasi che si sia spostato per dispetto.
In realtà è molto più vicino di quel che sembra, senza accorgermene ho già passato il confine e pochi passi più avanti a me si apre lo spiazzo con l'enorme scritta in pietra lunga decine di metri inneggiante al padre-padrone del vecchio regime oltreconfine, strategicamente posta appena al di là della frontiera ma al tempo stesso chiaramente visibile dal nostro versante. Quel regime è caduto ormai da diversi anni ma la scritta è rimasta, un ricordo sbeffeggiante di un'epoca passata.
Volgo lo sguardo alle mie spalle, la giornata è particolarmente tersa ed all'orizonte si distingue chiaramente la linea della costa a qualche decina di chilometri. La spianata davanti a me è delimitata ad occidente dal fiume turchese che spunta da dietro il monte e ad oriente da un'altopiano roccioso.
Un triangolo di terra di pochi chilometri, un fazzoletto di terra dura, arida e chiusa che è lo specchio dei suoi abitanti notoriamente testardi, intransigenti e scontrosi. Però è anche una terra che ha dato molto al mondo del calcio.
Cerco con lo sguardo la foce del fiume, in quella zona è nato il mio mentore: prima giocatore e poi allenatore della stessa squadra in cui io ho iniziato a tirare i primi calci al pallone, questo trampolino di lancio lo ha poi portato ad affermarsi a livello nazionale guidando diverse "big".
Ad una manciata di chilometri si trova la casa di uno degli allenatori più intransigenti ma vincenti della sua epoca: 12 titoli nazionali e due coppe europee, oltre a svariati premi individuali.
Risalendo il fiume sfioriamo il paese che ha dato i natali ad un'altro ex-giocatore della mia squadra: un difensore arcigno, vecchio stile che dismessi i panni da giocatore è riuscito nell'impresa di vincere il massimo trofeo calcistico, Il campionato mondiale FIFA.
Continuiamo la risalita delle acque turchesi e tocchiamo il paese d'origine di un'altro gigante di questo sport: ha vinto tutto da calciatore, da allenatore un titolo nazionale ed uno continentale con squadre di club, ha allenato anche la squadra nazionale ma con meno fortuna.
Lo sguardo è ormai alle pendici del monte che sto scalando e guardando verso levante seguo la linea del confine che taglia a metà la mia città natale. Dopo una breve esitazione trovo lo stadio della mia squadra, intitolato proprio ad uno degli allenatori a cui pensavo poco fa.
Domani è il mio primo giorno da allenatore proprio in quello stadio. Chissà se sarò all'altezza dei miei predecessori...
P.S.
Offro una :beer: a chi individua sia la squadra che gli allenatori citati. :biggrin: