05/04/2022, 15:22
(Questo messaggio è stato modificato l'ultima volta il: 28/05/2022, 04:06 da Sambacutilamba.)
Ciao a tutti, come detto in presentazione volevo proporre una carriera qui sul vostro Forum utilizzando l'ultimo aggiornamento del Fusion DB. Ovviamente non mi aspetto chissà quale seguito essendo un novizio, ma la volontà di portare avanti il progetto c'è. Ci sono dei paletti, che non vi illustro perchè sarebbe pesante, semplicemente cercherò di rendere la carriera più possibile realistica e piacevole da leggere. Tendo solitamente ad evitare troppi screen, mi piace di più scrivere gli avvenimenti importanti evidenziandoli in altri modi. Al contempo mi piace rendere più pulita possibile la grafica della carriera. Detto questo penso di poter provare ad iniziare a metter giù qualcosa.
Mi presento: il mio nome è Jorge Correia. Non so nemmeno io come sia finito in questa vicenda, ma non posso nascondere la mia emozione. Andiamo con ordine. Sono nato in una famiglia povera, su di una piccola isoletta portoghese. Dall'età di cinque anni ho iniziato a tirare calci ad un pallone, almeno fino ai sedici anni. Ero un buon regista arretrato, sapevo passare bene la palla ai miei compagni più veloci, mentre io, alto 1.89, pensavo più ad intercettare e smistare i palloni senza muovermi troppo. Mi piaceva giocare nella squadra della mia città: l'Atletico San Miguel. Riuscivo anche ad abbinare studi e allenamenti con le partite. Ma un giorno è cambiato tutto. L'allenatore si è ammalato ed ha lasciato la squadra. Non potete immaginare il mio dispiacere nel vedere Josè andarsene. Col nuovo allenatore, un vecchio burbero, non ho più trovato spazio e il feeling con lui era ai minimi livelli. Inoltre i suoi allenamenti erano ben più stressanti del previsto per il mio fisico. Nel giro di un anno mi sarò infortunato almeno tre volte gravemente, con la conseguente impossibilità ad allenarmi o anche solo uscire con gli amici. Così ho deciso di lasciare. Finita la scuola, dopo due anni di lavoretti come fotografo, ho deciso di girare l'Europa con tappa in Germania, Francia, Belgio, Spagna e Italia. L'Italia mi ha sempre affascinato ed è qui che mi sono fermato di più. Ho affittato una moto ed ho deciso di percorrere tutta la nazione, fermandomi di tanto in tanto nelle cittadine più affascinanti. Sono finito nel Salento, credo si chiami così, in una piccola città che mi ha strabiliato immediatamente per due cose. All'entrata c'erano un cartello e uno striscione. Il primo recitava "La città del Pasticciotto" e il secondo "Tutti allo Stadio". Mi ha subito incuriosito la prima cosa, non l'avevo mai sentita nominare, quindi sono entrato in un bar a chiedere spiegazioni: mi sono innamorato di questo dolce ripieno di crema. Poi, soddisfatta la gola mi son diretto verso lo stadio. Pochi spiccioli per assistere all'ultima partita del campionato. Purtroppo persa dai padroni di casa. Non avendo un gioco ben definito non c'erano dubbi per me, ma la passione del popolo per la squadra mi ha impressionato. Pochi giorni dopo ho letto sul giornale locale dell'esonero dell'allenatore. Ci ho pensato qualche ora, ho parlato con Josè, il mio vecchio allenatore, che mi ha spronato a propormi alla dirigenza, promettendomi di insegnarmi tutto il suo sapere durante l'estate. Così, dal nulla, senza nemmeno ricordarmi il percorso fatto, mi sono ritrovato nella sede del Galatina insieme ad altri allenatori probabilmente più preparati e anziani di me. Non vi nasconderò la verità, ho mentito non poco sulle mie conoscenze tecnico-tattiche durante il colloquio, ma tenendo a mente la promessa di Josè, non ho trovato altri modi di propormi. Cristian Renda, il presidente, era entusiasta all'idea di aver un giovane preparato alla guida della squadra e con un progetto a lungo termine in testa. E così, sono stato assunto come allenatore, in una cittadina a me sconosciuta, senza un soldo, ma con la promessa di avere almeno un tetto sopra la testa.
Tornato per l'inizio del precampionato in Puglia ho deciso come prima cosa di informarmi sulla squadra. Il Galatina, conosciuto prima come Pro Italia Galatina, ha vissuto il suo periodo d'oro nel 1983 quando vinse il gruppo D della serie D. Poi dopo essersi sciolta la società non ha più raggiunto altri risultati se non sali e scendi tra l'eccellenza e la promozione. Dove milita attualmente. Il presidente mi ha informato che la squadra è stata formata da volontari quest'anno e ovviamente essendo arrivato in ritardo rispetto all'inizio del mercato è tutto bloccato nella prima sessione e dovrò adattarmi col materiale a disposizione. Sono comunque felicissimo di essere alla guida dei BiancoStellati, suona anche bene e le maglie per questa stagione mi piacciono molto. Speriamo portino fortuna!
-
Mi presento: il mio nome è Jorge Correia. Non so nemmeno io come sia finito in questa vicenda, ma non posso nascondere la mia emozione. Andiamo con ordine. Sono nato in una famiglia povera, su di una piccola isoletta portoghese. Dall'età di cinque anni ho iniziato a tirare calci ad un pallone, almeno fino ai sedici anni. Ero un buon regista arretrato, sapevo passare bene la palla ai miei compagni più veloci, mentre io, alto 1.89, pensavo più ad intercettare e smistare i palloni senza muovermi troppo. Mi piaceva giocare nella squadra della mia città: l'Atletico San Miguel. Riuscivo anche ad abbinare studi e allenamenti con le partite. Ma un giorno è cambiato tutto. L'allenatore si è ammalato ed ha lasciato la squadra. Non potete immaginare il mio dispiacere nel vedere Josè andarsene. Col nuovo allenatore, un vecchio burbero, non ho più trovato spazio e il feeling con lui era ai minimi livelli. Inoltre i suoi allenamenti erano ben più stressanti del previsto per il mio fisico. Nel giro di un anno mi sarò infortunato almeno tre volte gravemente, con la conseguente impossibilità ad allenarmi o anche solo uscire con gli amici. Così ho deciso di lasciare. Finita la scuola, dopo due anni di lavoretti come fotografo, ho deciso di girare l'Europa con tappa in Germania, Francia, Belgio, Spagna e Italia. L'Italia mi ha sempre affascinato ed è qui che mi sono fermato di più. Ho affittato una moto ed ho deciso di percorrere tutta la nazione, fermandomi di tanto in tanto nelle cittadine più affascinanti. Sono finito nel Salento, credo si chiami così, in una piccola città che mi ha strabiliato immediatamente per due cose. All'entrata c'erano un cartello e uno striscione. Il primo recitava "La città del Pasticciotto" e il secondo "Tutti allo Stadio". Mi ha subito incuriosito la prima cosa, non l'avevo mai sentita nominare, quindi sono entrato in un bar a chiedere spiegazioni: mi sono innamorato di questo dolce ripieno di crema. Poi, soddisfatta la gola mi son diretto verso lo stadio. Pochi spiccioli per assistere all'ultima partita del campionato. Purtroppo persa dai padroni di casa. Non avendo un gioco ben definito non c'erano dubbi per me, ma la passione del popolo per la squadra mi ha impressionato. Pochi giorni dopo ho letto sul giornale locale dell'esonero dell'allenatore. Ci ho pensato qualche ora, ho parlato con Josè, il mio vecchio allenatore, che mi ha spronato a propormi alla dirigenza, promettendomi di insegnarmi tutto il suo sapere durante l'estate. Così, dal nulla, senza nemmeno ricordarmi il percorso fatto, mi sono ritrovato nella sede del Galatina insieme ad altri allenatori probabilmente più preparati e anziani di me. Non vi nasconderò la verità, ho mentito non poco sulle mie conoscenze tecnico-tattiche durante il colloquio, ma tenendo a mente la promessa di Josè, non ho trovato altri modi di propormi. Cristian Renda, il presidente, era entusiasta all'idea di aver un giovane preparato alla guida della squadra e con un progetto a lungo termine in testa. E così, sono stato assunto come allenatore, in una cittadina a me sconosciuta, senza un soldo, ma con la promessa di avere almeno un tetto sopra la testa.
Sono tornato a San Miguel per informare la mia famiglia. Mio padre, appassionato di calcio e tifoso del Lisbona, era entusiasta di questa opportunità. Mia madre si è messa a piangere ma non mi ha detto altro se non di prendermi cura di me. Ho passato l'estate in Portogallo a studiare con Josè. Ho fatto anche una promessa a me stesso: non avrei mai e poi mai fatto lo stesso errore di quel rozzo allenatore che mi ha fatto abbandonare il calcio tre anni fa. Anzi, grazie alle mie nuove conoscenze tattiche, sarò il primo a valorizzare i giovani provenienti dal vivaio.
Tornato per l'inizio del precampionato in Puglia ho deciso come prima cosa di informarmi sulla squadra. Il Galatina, conosciuto prima come Pro Italia Galatina, ha vissuto il suo periodo d'oro nel 1983 quando vinse il gruppo D della serie D. Poi dopo essersi sciolta la società non ha più raggiunto altri risultati se non sali e scendi tra l'eccellenza e la promozione. Dove milita attualmente. Il presidente mi ha informato che la squadra è stata formata da volontari quest'anno e ovviamente essendo arrivato in ritardo rispetto all'inizio del mercato è tutto bloccato nella prima sessione e dovrò adattarmi col materiale a disposizione. Sono comunque felicissimo di essere alla guida dei BiancoStellati, suona anche bene e le maglie per questa stagione mi piacciono molto. Speriamo portino fortuna!
Adesso devo andare a conoscere i ragazzi che giocheranno per noi.