Nulla accade per caso

[JohnBonham]

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Carlos Eduardo Mansur   
@carlosemansur
28 ago 2022 | ore 22:00

Rio de Janeiro (RJ) - Alt! Chi di voi, leggendo il titolo, starà pensando ad una critica rivolta alla Chapecoense? Nessuno può farlo, ne tantomeno saremo noi ad essere i primi, ma un attenta analisi della strana involuzione (nel gioco) della squadra di Nivaldo va fatta. Il mese di agosto è stato un mese caldo sotto tutti i punti di vista, alla luce di un calciomercato sempre in fermento (scopriremo le novità nel prossimo articolo) e un calendario sempre molto pieno di impegni: Avaí, RB Bragantino, Palmeiras e Fluminense, 4 partite giocate nel giro di 15 giorni e una classifica che continua ad ispirare grande fiducia. Ma quello che ci è terribilmente mancato è stato lo spettacolo al quale la Chape ci aveva abituato, partite sempre tirate, pochi gol e la sensazione che la posta in palio cominci a pesare anche dalle parti di Chapecó. Dov'è finita Nivaldolandia? Dov'è quella squadra magica che ha incantato il Brasile? Vogliamo tornare a vedere gol, giocate, vittorie esaltanti e, perchè no, anche qualche caduta rovinosa. Perchè Nivaldolandia non è la perfezione, è il calcio come lo abbiamo sempre amato qui in Brasile e allora, caro mister Nivaldo, bando ai tatticismi, vogliamo rivedere la vera Chapecoense di prima, vogliamo rivedere quella banda di ragazzini terribili che fa tremare le big del Brasileirão, e non conta il dove sarai arrivato a fine anno, ma il come.

All'insegna dell'equilibrio - Dopo la vittoriosa trasferta sul campo del Fortaleza, la Chape riceve l'Avaí nel derby catarinense. Geninho, reduce da 4 sconfitte consecutive contro il dirimpettaio, decide di giocare una partita più di attesa rispetto al passato e la mossa si rivela vincente, i padroni di casa nonostante un predominio durato 90 minuti non riescono a sfondare e alla fine si devono accontentare di uno scialbo 0-0. L'occasione più ghiotta capita al 73' sui piedi di bomber Álvaro ma è il palo a negargli la gioia del 15° timbro in campionato.

Sette giorni dopo è la volta della trasferta sul campo del Bragantino, ennesimo club della scuderia Red Bull. Dopo un primo tempo equilibrato e scarno di emozioni, la partita si accende nella ripresa con l'entrata di Douglas Costa che al 70' si procura un calcio di rigore con un'accelerazione pazzesca frenata irregolarmente in area. Dal dischetto Álvaro centra ancora una volta il palo e la sensazione che la beffa sia dietro l'angolo è così netta che bastano 7 minuti per materializzarsi: Nahuel Barrios castiga la difesa biancoverde e condanna alla sconfitta la Chape, un k.o. piuttosto immeritato e rocambolesco, decisivo l'episodio del rigore. Sulle pagelle dei giornali il 6.3 rimediato da Douglas Costa manda su tutte le furie Nivaldo, che continua a difenderlo a spada tratta di fronte alla stampa. L'aria si fa tesa...

Quando le pressioni arrivano dall'esterno è meglio chiudersi a riccio ed attendere la prossima occasione per smentire i critici. Per fortuna bisogna aspettare solo 3 giorni per ritornare in campo, all'Arena Condá arriva un Palmeiras in ripresa e la Chapecoense fa la voce grossa, disputando una bellissima gara, concedendo la bellezza di zero tiri in porta agli avversari e tenendo sempre il pallino dl gioco in mano. Splendida la prova di Luiz Otávio, un gigante in difesa e in particolar modo sulle palle alte, ed è proprio lui a decidere la gara a metà ripresa con una bella incornata su punizione di João Pedro. Da segnalare l'ennesimo palo colpito in stagione che poteva valere il raddoppio. Il ritorno alla vittoria oscura un pò l'ennesima brutta prova di Douglas Costa, una situazione inaspettata che sta diventando anche di difficile gestione per Nivaldo...

L'ultima gara di agosto è la trasferta sul campo della Fluminense, una nobile decaduta che quest'anno sta rischiando seriamente di retrocedere. Al pronti-via Álvaro rompe il digiuno (e la maledizione dei pali) con un bel gol di testa su cross di Matheus Ribeiro. La rete in avvio sembra il preludio ad una gara in discesa che invece diventa, man mano che i minuti passano, sempre più complicata. In particolar modo nella seconda frazione la Flu spinge sull'acceleratore chiudendo la Chape nella propria metà campo, incapace di ripartire in contropiede, e quando non ci arrivano i difensori è il palo a salvare João Ricardo su un tiro ravvicinato di Araújo al 63'. Tre punti soffertissimi che però ripagano la Chape di un periodo piuttosto sfortunato, è bello vincere giocando bene, ma a volte servono anche le vittorie sporche come questa.

In vetta Flamengo primo inseguito dal São Paulo, a -7 ma con una partita da recuperare, la Chapecoense aggancia il Santos al terzo posto, a centro classifica distanze ridotte, tante squadre in pochi punti. In coda Goiás, Náutico e Sport Recife sembrano ormai condannate.

-clicca per vedere lo screen di Football Manager-

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Bruno Giufrida   
@bgiufrida
3 set 2022 | ore 8:30

Il mercato dà, il mercato toglie, ma c'era da aspettarselo. Dopo l'acquisizione di Douglas Costa il numero di giocatori capaci di giocare sulla trequarti offensiva era diventato eccessivo, tanto da costringere Nivaldo a relegare spesso in tribuna Foguinho, ma nessuno si aspettava che il sacrificio sull'altare del bilancio fosse Bruno Silva. A fronte di un'offerta difficile da rifiutare, sommata alla volontà del giocatore di provare un'esperienza nel Vecchio Continente, le due parti hanno raggiunto l'accordo in brevissimo tempo, la classica operazione lampo, tanto rapida da non laciare spazio a particolari rimpianti. Il Sassuolo dal canto suo, acquista un giocatore di grandissimo talento, appena 22enne, che andrà a rimpolpare il ventaglio delle scelte offensive di Roberto De Zerbi, che ha già in rosa gente del calibro di Berardi, Djuricic e Caprari.

Qualche giorno prima era stata ufficializzata anche la cessione del centrocampista Ronei ai belgi del Malines, un giocatore utilissimo alla causa (19 presenze e 3 gol in stagione), ma che, col ritorno di Alan Santos dal lungo infortunio, rischiava di perdere il ruolo di vice-Willian Oliveira, punto fermo dello scacchiere di Nivaldo. Nel mercato di gennaio João Ricardo comincerà l'avventura in Spagna, al Mallorca, un nuovo capitolo della sua carriera alla soglia dei 34 anni, una bella e meritata soddisfazione professionale per uno dei più importanti protagonisti di questo biennio.

Le cifre - Aldilà dell'aspetto tecnico, c'è da valutare quello economico, la doppia operazione ha portato nelle casse societarie quasi 4 milioni di euro, una cifra esorbitante che ha risollevato la situazione del club che ora vanta una posizione invidiabile.
Bruno Silva passa al Sassuolo per €2,8M + altri 400mila al raggiungimento di alcuni obiettivi, Ronei approda in Belgio per un corrispettivo di 600mila euro, una cifra non elevatissima che ha suscitato qualche dubbio sulla bontà dell'operazione.

L'importante incasso è stato colto con entusiasmo dai dirigenti della Chapecoense - e non potrebbe essere altrimenti - che hanno comunicato al tecnico Nivaldo il raggiungimento di un obiettivo fondamentale nei piani societari: riparare i danni finanziari. Il grande lavoro svolto dall'ex portiere biancoverde è stato un fiore all'occhiello della sua gestione: campagne acquisti sempre in attivo e monte ingaggi tenuto sempre sotto il tetto massimo, il tutto incrementando gradualmente il tasso tecnico della squadra.

E ora Nivaldo cosa farà? - Già, gli scenari sembrano improvvisamente cambiati e, a rigor di logica, la riconferma del tecnico pare ora più vicina. In questo momento Nivaldo è agli occhi della dirigenza Chape l'allenatore perfetto, ha ottenuto finora risultati fantastici su tutti i fronti e i dissidi col presidente Magro sembrano essere acqua passata. Il corso per conseguire il patentino C Continentale è stato finalmente finanziato dal massimo dirigente biancoverde e le lusinghe di Botafogo, Grêmio e soprattutto Fluminense (indiscrezioni parlano di un contatto molto ravvicinato tra le parti) sono state prontamente rispedite al mittente. Ma le vere intenzioni del tecnico quali sono? Le voci sul rinnovo sembrano essere sfumate nel nulla, complice forse anche il momento cruciale della stagione che vede la Chape protagonista ai massimi livelli, ma una schiarita sul futuro sarebbe la miglior mossa per programmare in anticipo la stagione che verrà.
Nubi all'orizzonte? Ancora no, ma il tempo comincia a stringere...

[danivilla83]

Dopo le scorpacciate di gol cui ci eravamo abituati recentemente arriva una serie di gare in cui si va al risparmio. Questo ci permette comunque di raccogliere 7 punti in 4 gare che anche se non sono così tanti ci permettono di mantenere la media punti raccolta finora. E testimoniano anche di una solidità difensiva che quando necessaria non tarda ad essere utilizzata.
L'Avai si dimostra avvevradio intelligente tanto da aver capito dopo la serie di socnfette come incartare i ragazzi di Nivaldo.
Tra tutte le gare quella con il maggior rimpianto é quella col Bragantino. Il rigore realizzato avrebbe sicuramente indirizzato la gara dal lato preferito. 
Chiudono due vittorie per 1-0 molto diverse tra loro con avversari nobili. A un Palmeiras totalmente disinnescato segue una Flu che ha qualcosa da recriminare. Ma... 6 punti!
Classifica che sembra dare certezze sulla possibilità di qualificarsi alla Libertadores...
Ma..
Ma.. La domanda a cui i più interessa avere risposta é cosa farà Nivaldo la prossima stagione. Troppi rumors, conferme, smentite..

[Mr. TikiTaka]

Quanta carne ragazzi. Io ormai non vedo l'ora di leggere gli aggiornamenti di questa Chape. Questa carriera meriterebbe più visibilità di quanto ha e, sono pienamente convinto, fosse ambientata nel caro e vecchio continente, con la classica Champions League da giocare, staremmo parlando di altri commenti. Ne sono certo. Invece il Brasile non attira e, detto fra noi, la gente non sa cosa si perde. Al di là del campionato avvincente, competitivo, divertente ed equilibrato, siamo di fronte ad uno stile di narrazione totale. Con questo tuo modo di aggiornare, riesci a parlare di tutto: dalla tattica, alle finanze, agli approfondimenti.. ti permette di spaziare in lungo ed in largo, senza mai perdere di vista il focus delle gare. Sempre fondamentale.
La grafica poi.. non mi sto sicuramente a ripetere

Tralasciando i convenevoli, che trovo gradito ribadire ogni tanto, leggendo il titolo mi sono un po' spaventato. Poi, andando avanti con la lettura dell'articolo, ho capito che si trattava del classico caso di ClicBait
Scherzi a parte, da un lato è vero che si è persa un po' di brillantezza e lucentezza che tanto stava caratterizzando questa Chape. Ma oh, ragazzi, il campionato è lungo e pieno di insidie. Qualche fase calante ci dovrà pur essere, non si può mica sempre voler tutto. E parlo di gioco espresso eh, perchè se guardiamo i punti, anche in questo aggiornamento ne guadagniamo sei pesantissimi contro compagini di enorme spessore e caratura. Che poi la Fluminense navighi in cattive acque, non deve sminuire il lavoro portato avanti.
Se poi guardiamo il lato delle prestazioni, anche lì non c'è molto da rimpiangere. Spesso e volentieri cerchiamo comunque di imporre il nostro gioco e ci riusciamo la maggior parte delle volte. E' mancata lucidità in avanti, è vero. Ma la sfortuna che ha preso di mira Alvaro, lasciandolo solo contro i rossoverdi, è da sottolineare in grassetto perchè pesa come un macigno.

Io sono felicissimo di vedere questo andamento e sono fortemente consapevole che i risultati straripanti torneranno, così come credo fermamente che D.Costa farà faville non appena si scrollerà di dosso la pressione e troverà punti in comune con i compagni.

Sul fronte mercato, era inevitabile perdere pedine importanti: sia per colmare gli eventuali problemi finanziari che si sarebbero potuti generare, sia per permettere al nostro mister di conseguire questo benedetto patentino. Era ora!!
Le voci di mercato le lasciamo dove sono.. Ne riparliamo a fine stagione direi. Perchè quando la propria squadra veleggia a ritmi così alti, da neo-promossa e con un trend favorevole, diventa difficile anche andare via.

[Martin Skoglund]

Dal titolo principale mi aspettavo una situazione decisamente peggiore, invece trovo il pezzo del buon Carlos decisamente troppo critico verso una squadra che sta andando oltre le aspettative di inizio stagione, e lo sta facendo mantenendo sempre ritmi altissimi ed offrendo spettacolo. Una lieve flessione a questo punto della stagione ci sta, ma non per questo c'è da essere meno soddisfatti. Anche in questo aggiornamento, nonostante manchino i fuochi d'artificio, portiamo a casa 7 punti in 4 gare, pareggiando il derby con la nostra ex bestia nera Avai, e battendo due nobili brasiliane, attualmente in crisi, come Fluminense e Palmeiras. La classifica ci sorride, a pari punti con il Santos, teniamo dietro squadre come Atl. Mineiro (che ha una gara in più), Corinthians e Vasco.
Ormai la qualificazione alla Libertadores possiamo perderla solo con un inopinato suicidio!
Sul fronte mercato, arrivano notizie di partenze di giocatori importanti, specialmente la cessione di Bruno Silva al Sassuolo coglie di sorpresa: ma l'offerta degli emiliani era difficile da rifiutare, e l'ottimo lavoro svolto da Nivaldo sul mercato in questi anni, fa si che la dirigenza possa tirare un sospiro di sollievo, avendo aggiustato definitivamente il bilancio! Segno di grande programmazione e capacità del mister!
Finalmente si inizia anche il corso per il patentino, e cominciano ad arrivare offerte da società anche prestigiose per il nostro allenatore. Vedremo se i dissidi con il presidente saranno solo acqua passata...o se inizieremo a valutare possibili nuove sfide.

[Giacomo1996]

Titolo Clickbait che ammetto mi ha preso all'amo come il più stupido dei tonni :badmood:
Gioco leggermente altalenante ma carta parla e di punti ne abbiamo fatti, anche pesantissimi. La vittoria in casa della Fluminense è un ottimo risultato ed il fatto che la Fluminense non sia al top in classifica, non deve assolutamente sminuire la qualità e l'importanza di questa vittoria. Si parla pur sempre di vittoria in casa della Fluminense, corazzata brasiliana

Sul mercato cessioni importanti, ma doverose. Le cifre offerte sono irrinunciabili e sicuramente per i giocatori brasiliani, ricevere una chiamata europea fa gola e tenerli scontenti non ha senso. Poi fare cassa per una squadra come la nostra è oro.

[Maimau]

Aggiornamento con 4 partite per nulla semplici, la fanno da padrone le difese, ma si fanno 7 punti che non sono pochi. Le reti incassate 31 pongono al squadra fra quelle con la difesa più solida, le reti siglate, 43 sono in ogni caso un buon riscontro, certo la partita dello 0-0 fa capire come spesso una difesa ferrea riesce a strappare il punto
Peccato per i ragazzi di Nivaldo per quel rigore sbagliato, avrebbe mutato l'inerzia del match? Chi lo sa
Le due vittore consecutive, seppur maturate in modo differente mettono a tacere i mugugni per una classifica che può farci intravedere una possibilità di qualificarsi per la Libertadores, potrebbe essere il grimaldello per il rinnovo di
Nivaldo????

[JohnBonham]

@danivilla83
Anche se manca molto alla fine, siamo in un'ottima posizione di classifica, questo ci permette di sognare in grande e sperare in una clamorosa qualificazione alla Coppa Libertadores, "clamorosa" perché alla vigilia del campionato non era minimamente pronosticabile...
Nivaldo deciderà a fine stagione, ora è concentrato sul presente

@Mr. TikiTaka
Hai detto una cosa importantissima: spaziare in lungo e in largo toccando tutti i temi, per avere una visione della carriera a 360°. Questo è il mio obiettivo e sono contento che arrivi a voi che seguite ️
I risultati continuano ad arrivare, è vero, ma in una modalità diversa da quello che eravamo abituati a vedere. 
Alvaro ha un bellissimo feeling coi pali ultimamente
Per conseguire il patentino mi son dovuto vendere mezza squadra Era un atto dovuto se vogliamo scalare posizioni nella nostra carriera. Sulla decisione di Nivaldo posso dirti che ci sono parecchi elementi che spingono al rinnovo, ma come già detto, la decisione verrà presa a fine anno.

@Martin Skoglund
Eh eh eh... Ho pensato proprio ad un titolo click-bait vuol dire che sto imparando bene il mestiere del giornalaio..ehm...giornalista...
I contatti con Gremio e Botafogo si sono limitati ad un semplice colloquio, mentre la Flu aveva un biennale pronto, ma Nivaldo non se l'è sentita di abbandonare la nave in piena corsa... 

@Giacomo1996
Abboccato??
Cessioni obbligate soprattutto per le cifre, anche se per Ronei mi è dispiaciuto un po', stava giocando bene e 600k non sono una cifra irrinunciabile, ma è stata accettata quando la trattativa per Bruno Silva doveva ancora sbocciare. A posteriori non l'avrei ceduto, sono sincero.

@Maimau
Il rigore sbagliato col Bragantino ha sicuramente cambiato l'inerzia della partita, eravamo a metà ripresa... 
La qualificazione alla Libertadores si, può essere di stimolo a proseguire con la Chape. Tra l'altro è una competizione che è stata giocata una sola volta, l'anno dopo la tragedia e la Chape si qualificò "d'ufficio", perché gli fu assegnata a tavolino la Copa Sudamericana. Quindi sarebbe bello qualificarsi "sul campo" per la prima volta nella storia.

[Francesco1908]

Col titolo hai fregato un po' tutti birbantello.Ero convinto che le prestazioni ed i risultati fossero deludenti,in realtà ci stiamo comportando molto più che bene,abbiamo dato molta più importanza alla fase difensiva che piaccia o no fa vincere i campionati,vabbè lo farà vincere dato che ,salvo cadute rovinose,se lo giocheranno Flamengo e Sao Paulo.Sulla gestione della rosa mi ci rivedo nel tuo modo di gestirla,vendere per avere la situazione finanziaria sotto controllo,nessun passo più lungo della gamba e crescita societaria step by step.Mi aspetto di più da Douglas Costa,ma ho il presentimento che di punto in bianco verrà fuori la sua forza e aiuterà la Chape a tenere ben salda la zona Libertadores,almeno è quello che mi e ti auguro.

[JohnBonham]

@Francesco1908
Mi piacciono i commenti come questo, escono un po' dagli schemi ed è bello riscontrare qualche similitudine con gli altri nel modo di giocare. Anche perché le carriere servono anche a questo, trovare punti in comune, ma anche scoprire nuovi modi di muoversi all'interno del gioco. Io ho imparato molto da tutti e continuo a farlo, costantemente.

Il titolo era volutamente click-bait, per smorzare un po' gli entusiasmi... perché l'ho fatto? Lo scoprirete nel prossimo aggiornamento  :glasses2:
Su Douglas Costa non posso spoilerare nulla, altrimenti non seguite più la carriera Per ora sta facendo abbastanza cagare ma Nivaldo continua a difenderlo dagli attacchi feroci dei giornalisti...

[JohnBonham]

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Cauê Rademaker   
@cauerademaker
18 set 2022 | ore 20:15

Chapecó (SC) - È stato definito da molti "O Maracanazo do Peixe". Peixe, in lingua portoghese, significa pesce, ed è il soprannome del Santos, il glorioso club che fu di un certo O Rei Pelé. Il termine Maracanazo, invece, si riferisce alla sconfitta contro ogni pronostico del Brasile con l'Uruguay, il 16 luglio 1950, al Maracanã di Rio de Janeiro, nella gara decisiva del girone finale della quarta edizione dei Mondiali, che assegnò alla Celeste il secondo titolo iridato della sua storia. Le proporzioni della disfatta subita all'Arena Condá però ricordano più il "Mineirazo", un'altra sconfitta epocale della Seleção, maturata contro la Germania a Belo Horizonte l'8 luglio 2014 (1-7). In realtà il Santos è una squadra che fino ad un mesetto fa aveva disputato una stagione positiva, ma questa debacle è stato il gradino più basso di una crisi senza fine e uno dei più bassi dell'intera storia del club. Nonostante tutto, il Santos è ancora in corsa su due fronti, Copa Libertadores (semifinale) e Copa do Brasil (finale) e arrivava a questa partita coi favori del pronostico. Una gara che potrebbe rappresentare il crocevia della stagione per quanto riguarda le prime posizioni (Flamengo escluso)

Come un rullo compressore - Chi si aspettava una gara equilibrata probabilmente non avrebbe mai immaginato di assistere ad un tale dominio, stiamo parlando di due squadre che hanno dato vita ad uno scontro diretto ed era lecito aspettarsi un duello più combattuto. In realtà sono bastati 23 minuti alla Chapecoense per chiudere i conti, Willian Oliveira-Marciel-Álvaro, e la squadra di Cuca era già a leccarsi le ferite. Nella ripresa poi la giostra di Nivaldolandia ha continuato a girare come meglio non poteva e i tifosi biancoverdi sugli spalti sembravano come bambini al Luna Park: Inácio, Matheus Dantas, Luiz Otávio e (ancora) Álvaro, altre 4 pere per il malcapitato portiere ospite, il tutto condito da una superba prestazione di Vini Locatelli (a cui è mancato solo il gol) e da un Douglas Costa finalmente straripante. Oggi, all'Arena Condá si è scritta una delle pagine più incredibili della storia recente del Brasileirão, un risultato che entra di diritto negli annali del club, infatti questo 7-0 rappresenta la vittoria più larga mai conseguita dalla Chapecoense in massima serie. Dopo solo due anni di panchina, Nivaldo è già nell'Olimpo dei Grandi...

Quella col Santos è stata l'ultima gara di questo mini-ciclo della prima metà di settembre, l'abbiamo voluta mettere per prima in vetrina vista l'importanza della partita ed il clamore mediatico che ha susciato il risultato finale, ma facendo un passo indietro scopriamo come il percorso non era di certo cominciato nel migliore dei modi, con l'Internacional di Porto Alegre capace di espugnare l'Arena Condá infliggendo alla Chape la seconda sconfitta interna stagionale. Il gol decisivo ad inizio ripresa porta la firma di Yuri Alberto in una partita estremamente equilibrata dove il pareggio sarebbe stato il risultato più giusto.

Tre giorni dopo è la volta della trasferta al Morumbi, si tratta del recupero col São Paulo, gara del girone di andata rinviata per gli impegni del Tricolor Paulista nella Copa Libertadores. Nivaldo per l'occasione fa rifiatare alcuni big a corto di fiato fra cui Joilson, Marciel e Álvaro, ma nella prima mezz'ora la Chapecoense sfoggia il solito calcio spumeggiante e privo di ogni forma di sudditanza psicologica, sferrando un uno-due micidiale firmato Willian Oliveira-Vini Locatelli che annichilisce Dani Alves & co. Il doppio svantaggio risveglia l'orgoglio dei campioni in carica del Sud America, ma João Ricardo è in grande giornata e sventa tutti i pericoli che capitano dalle sue parti. Il 2-0 finale è un'altra perla di una stagione straordinaria per la squadra di Nivaldo, che estromette di fatto il São Paulo dalla lotta scudetto.

Nella trasferta di Recife, la seconda consecutiva, la Chape gioca una buona partita facendo valere la sua superiorità tecnica nei confronti di un avversario che ben presto saluterà la Série A, ma per avere la meglio serve un gol del rientrante Álvaro a metà ripresa dopo aver colpito due legni nel corso del primo tempo. Bene la difesa, al 12° clean sheet stagionale - 7° in questo girone di ritorno - guidati da un gigantesco Joilson. Un successo di misura, ma importantissimo, che è stato il preludio alla superlativa prova contro il Santos.

In classifica il Flamengo prenota il titolo, la Chape vola altissimo e il Palmeiras prova a rientrare nel giro della Libertadores. Lotta serrata per la sopravvivenza Botafogo, Grêmio e Fluminense.

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Il 16 luglio del 1950 si consumò a Rio de Janeiro uno dei più grandi drammi sportivi di tutti i tempi: il Brasile, padrone di casa dei Mondiali e favoritissimo alla vigilia, perse la partita decisiva contro l'Uruguay al Maracanà davanti a 200mila spettatori in preda alla disperazione. Protagonista di quella sfida Ghiggia, che segnò il gol del definitivo 2-1, scomparso nel 2015 proprio nel giorno dell'anniversario del "Maracanazo".

Nel primo "anniversario" del Maracanazo - dagli scaffali delle librerie newyorkesi si affacciava un romanzo destinato ad avere un discreto successo: il titolo della versione originale era The Catcher in the Rye, che in Italia sarà tradotto ne Il giovane Holden, pubblicato da Einaudi con una copertina bianca e blu - casualmente - come i colori della maglia che la Seleção indossava ai Mondiali del 1950. Il libro esordiva con il protagonista che assiste a una partita di football delle superiori nel suo ultimo giorno in quella scuola, espulso dall'istituto per le troppe insufficienze e costretto - inevitabilmente - a rivedere il suo futuro. Un po' quello che accadde ad Alcides Edgardo Ghiggia con il Peñarol, nel 1953, quando decise di volare in Italia - alla Roma - dopo la squalifica di otto mesi che gli era stata inflitta in Uruguay per aver aggredito un arbitro, reo di avergli annullato un gol. Era già "Ghiggia", l'uomo che aveva fatto piangere il Brasile. Ribelle, introverso, come il protagonista del racconto di J. D. Salinger. E dispettoso: l'attaccante uruguagio - di sangue genovese, giocò anche con l'Italia da "oriundo" tra il '57 e il '59 - fu l'ultimo ad andarsene dei 22 in campo al Maracanà e scelse proprio il 16 luglio (del 2015) per farlo. Morì 88enne, d'infarto, come le decine di brasiliani che non ressero al dolore della sconfitta in quel drammatico pomeriggio di 70 anni fa.

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"Quando avevo già chiuso la porta e stavo tornando nel soggiorno, lui mi gridò qualcosa, ma non capii bene. Sono quasi sicuro che mi urlò 'Buona fortuna!'. Spero di no. Accidenti, io non griderei mai 'Buona fortuna!' a nessuno. È una cosa tremenda". Un giovanissimo Holden dei nostri tempi direbbe che sì, sai che sfiga. Ma all'ombra del Cristo Redentore erano talmente sicuri di vincere la loro prima Coppa Rimet da ignorare tutte le più convezionali regole della scaramanzia: il signor Reader non aveva ancora fischiato l'inizio della partita che a Rio de Janeiro era già tutto un Carnevale; oltre mezzo milione di magliette con la scritta "Brasil campeão 1950" coloravano la metropoli e alla vigilia del match la stessa Federcalcio locale aveva regalato a ogni giocatore un orologio d'oro con incisa la dedica "Ai campioni del mondo". Il quotidiano O Mundo uscì con una gigantografia della Nazionale, titolando: "Estes são os campeões do mundo". Come se non bastasse, con le squadre già schierate in campo, risuonò come una vera maledizione il discorso del generale Ângelo Mendes de Morais, prefetto del Distretto Federale: "Voi, brasiliani, che io considero vincitori del Campionato del Mondo. Voi, calciatori, che tra poche ore sarete acclamati da milioni di compatrioti. Voi, che non avete rivali in tutto l'emisfero. Voi che superate qualsiasi nemico. Siete voi che io saluto come vincitori!".


La Nazionale brasiliana del 1950

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Tanta arroganza poggiava - in realtà - su basi solidissime: la Seleção guidata dall'ex centrocampista del Flamengo Flávio Costa poteva contare su gente come Barbosa, Friaça, Zizinho, Chico, Ademir, Jair, che avevano passeggiato contro Svezia e Spagna (rispettivamente in due "set": 7-1, 6-1); e avrebbero sollevato la Coppa anche pareggiando con la Celeste di Fontana che invece aveva sofferto e non poco con svedesi e iberici (2-2 e 3-2, in rimonta) in questo particolarissimo girone all'italiana a 4 squadre, senza una vera finale (l'unico nella storia). Ma il gol di Friaça, che avrebbe dovuto definitivamente scatenare la festa della Torcida, si rivelò un boomerang: complice un colpo di genio del capitano uruguaiano Obdulio Varela, che fece di tutto per ritardare la ripresa del gioco, l'atmosferà al Maracanà s'incupì. Così, in meno di un quarto d'ora, tra il 66' e il 79', le reti di Schiaffino e Ghiggia trasformarono quella che doveva essere una giornata di gloria in una tragedia. Nel 2009, quando a Ghiggia fu consegnato - molto sportivamente - un posto nella Walk of Fame del tempio brasiliano, Alcides non si smentì: "A sole tre persone - disse - è bastato un gesto per far tacere il Maracanã: Frank Sinatra, papa Giovanni Paolo II e io...".


Alcides Ghiggia "posa" con il Maracanà - Getty

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Qualche anno dopo arrivò la "confessione" di Jules Rimet, che all'epoca era presidente della FIFA: "Era tutto previsto, tranne il trionfo dell'Uruguay". Al termine della gara, avrei dovuto consegnare la coppa al capitano della squadra campione. Un'imponente guardia d'onore si sarebbe dovuta formare dal tunnel fino al centro del campo di gioco, dove mi avrebbe atteso il capitano della squadra vincitrice (ovviamente il Brasile). Preparai il mio discorso e mi recai presso gli spogliatoi pochi minuti prima della fine della partita (stavano pareggiando 1 a 1 e il pareggio assegnava il titolo alla squadra locale). Ma mentre attraversavo i corridoi il tifo infernale si interruppe. All'uscita del tunnel, un silenzio desolante dominava lo stadio. Né guardia d'onore, né inno nazionale, né discorso, né premiazione solenne. Mi ritrovai solo, con la coppa in mano e senza sapere cosa fare. Nel tumulto finii per incontrare il capitano uruguaiano, Obdulio Varela, e quasi di nascosto gli consegnai la statuetta d'oro, stringendogli la mano, e me ne andai, senza riuscire a dirgli una sola parola di congratulazioni".


Un murale a Rio sui Mondiali del 1950 - Getty

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Le conseguenze di quella disfatta furono nefaste. Oltre una trentina di persone - per la delusione, ma anche per aver investito forti somme di denaro in scommesse sulla vittoria del Brasile - si tolsero la vita. Il Paese, sprofondato in un'angosciante depressione, restò in lutto per tre lunghissimi giorni. Emblematica l'immagine evocata dallo scrittore Nelson Rodrigues: "È la nostra Hiroshima". E sul portiere Barbosa - considerato il principale colpevole della sconfitta - si abbattè la condanna eterna dell'intero popolo brasiliano. Anche la maglia bianca fu "bandita" e dopo i Mondiali in Svizzera del 1954 furono scelti i colori nazionali verde e oro, che contribuirono magicamente al trionfo del 1958 e di altre 4 successive edizioni dei Mondiali. Non quella del 2014, quando la competizione tornò a essere ospitata dal Brasile, che riaggiornò - sciaguratamente - il manifesto del 1950: "Il nuovo Maracanà è nostro, e anche la Coppa"; finché i 7 gol incassati in semifinale dalla Germania al Mineirão di Belo Horizonte non riportarono alla mente dei brasiliani quel tremendo pomeriggio del 1950,  in barba alla lezione sulla fortuna impartita dal giovane Holden.


"Il nuovo Maracanà è nostro e anche la Coppa del 2014" - Getty

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Tratto dall'articolo di Alfredo Corallo per sky.it | https://sport.sky.it/calcio/mondiali/202...niversario
Maracanazo - Wikipedia | https://it.wikipedia.org/wiki/Maracanazo

SPOILER ()

Avrei voluto scrivere personalmente qualcosa sul Maracanazo, ma ho trovato questo splendido articolo di Alfredo Corallo che meglio non poteva raccontare questa pagina di Storia del Calcio Mondiale.