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JohnBonham · 16/05/2021, 19:03

Fabricio Crepaldi [Immagine: KB5amT5.png]

@facrepaldi
15 dic 2022 | ore 17:00

PORTO ALEGRE (RS) - Tutto in 24 ore. Come in un film o in un romanzo giallo. Il primo colpo di scena - ma questo era nell'aria da un pò di tempo - è stato il comunicato della Chapecoense che annunciava, nella mattinata di ieri, l'interruzione del rapporto con Nivaldo, allenatore amatissimo dalla piazza e capace di (ri)portare la Chape in Copa Libertadores dopo una stagione sensazionale. Poche ore dopo, in tarda serata, il sito dell'Internacional ufficializzava l'ingaggio di Nivaldo sulla panchina del Colorado, un club di grande prestigio che punta a rilanciare le proprie ambizioni attaverso l'acquisizione dell'allenatore più chiacchierato del momento, e forse anche quello più talentuoso sulla piazza tra quelli emergenti. Il nuovo che avanza dunque, un cambio di rotta netto col passato, un taglio a quel cordone ombelicale che legava l'Inter al suo iconico allenatore, quell'Abel Braga che lascia alla veneranda età di 70 anni, dopo aver scolpito indelebilmente il suo nome nella storia del club, portandolo sul tetto del Mondo nel lontano 2006. La sua terza esperienza sulla panchina biancorossa si conclude con la sola vittoria del Campeonato Gaúcho (nel 2021) e con una faticosissima qualificazione ai preliminari di Libertadores. Un'eredità pesante e stimolante (anche perchè fra Nivaldo ed Abel Braga non scorre buon sangue), una panchina piena di spine su cui dovrà sedersi un allenatore in rampa di lancio e voglioso di dimostrare a tutti il suo valore. Nivaldolandia sbarca a Porto Alegre e i tifosi biancorossi sognano di già...

Scelta sofferta, anzi, soffertissima, questo è quanto ci è stato riferito da fonti vicine all'allenatore. E non poteva essere altrimenti, a Chapecó Nivaldo lascia un pezzo di cuore e una grossa fetta di vita calcistica, costellata da emozioni fortissime; tante gioie sportive, sia da giocatore che da allenatore, e quel dolore incancellabile che ha segnato profondamente il suo passato e che fu di stimolo per tornare in sella e riscrivere la storia della "sua" Chape. Gli anni bui del dopo-tragedia sono ormai alle spalle ed ora la società guidata dal Presidente Paulo Ricardo Magro è una realtà solida del Brasileirão, con un progetto di espansione in continua evoluzione.
Nivaldo probabilmente esce di scena nel momento migliore, un parco giocatori di buon livello e uno staff fra i migliori in circolazione sono una garanzia per il futuro prossimo. Il tecnico lascia da vincitore, con la sensazione di avere ottenuto il massimo in un biennio ricco di soddisfazioni.

L'arrivo a Porto Alegre in mattinata a bordo di una Chervolet Tahoe scura, accompagnato dall'AD Marco Biasotto, prima tappa in sede per la firma del contratto che lo legherà all'Internacional per le prossime due stagioni, poi il tour per visitare le strutture e le foto di rito prima della conferenza stampa di presentazione. Ai microfoni è apparso visibilmente emozionato ma come di consueto molto disponibile nei confronti dei (tanti) giornalisti presenti, rivelando senza troppi "tatticismi" che punterà ancora sul modulo che lo ha reso famoso (possesso-transizione-non possesso). Parole al miele per il suo ex club, parole lusinghiere per il nuovo, si è detto onorato di far parte di un club così prestigioso e di essere in perfetta sintonia coi programmi societari.

Un mondo tutto nuovo dunque, un triplo salto in avanti in una dimensione totalmente diversa, per Nivaldo si tratta probabilmente dello snodo cruciale della carriera. L'Internacional rappresenta il classico treno che, quando passa, bisogna prenderlo al volo, un club che è al 7° posto nella classifica delle migliori squadre del Sud America e vanta una situazione finanziaria solidissima. Il primo passo sarà rinforzare lo staff per portarlo ai massimi livelli del campionato brasiliano, poi si passerà al mercato, cercando di rinforzare un organico già competitivo per puntare a rinverdire i fasti di un tempo. È un Nivaldo che si è detto molto motivato per questa nuova avventura e che, conoscendolo, punterà in alto sin dall'inizio. Le avversarie sono avvisate...

Lo Sport Club Internacional, conosciuto come Internacional e in Italia come Internacional di Porto Alegre, è una società calcistica della città di Porto Alegre, nella regione del Rio Grande do Sul, in Brasile. Fondata il 4 aprile 1909, la squadra gioca le partite casalinghe nello "Stadio José Pinheiro Borda", conosciuto e chiamato solitamente come "Stadio Gigante da Beira-Rio", che ha una capienza di circa 58.000 spettatori. I colori sociali sono il rosso e il bianco: maglia rossa, calzoncini bianchi e calzettoni bianchi. L'Internacional ha una grande rivalità con il Grêmio, squadra della stessa città, ed il derby a cui danno vita è noto come "Gre-Nal". Il successo di maggior prestigio del club risale al 2006, quando divenne Campione del Mondo battendo il Barcellona a Yokohama nella finale del Mondiale per Club. È lunica squadra brasiliana – e l'unica in tutto il Sud America – ad aver vinto tutte e cinque le competizioni per club attualmente vigenti a livello internazionale. È stata anche la prima compagine sudamericana nella storia a non aver disputato la finale della Coppa del Mondo per Club, perché eliminato in semifinale dal TP Mazembe nel 2010. Questo risultato negativo è stato poi eguagliato dall'Atlético Mineiro nel 2013, dall'Atlético Nacional nel 2016 e dal River Plate nel 2018.

All'inizio del XX secolo, tre ragazzi, i fratelli Henrique e José Poppe Leão, insieme a Luiz Madeira Poppe, figli di immigrati italiani della Lombardia, appena arrivati a Porto Alegre, desideravano poter giocare a calcio. Non vennero ammessi in nessuna squadra della città e così decisero di fondare un loro club. Nella notte di lunedì 4 aprile 1909, nel seminterrato di una casa, 40 ragazzi -il doppio delle persone attese alla riunione- guidati dai tre già nominati, fondarono lo Sport Club Internacional. Il nome è un omaggio all'Internazionale Milano, loro "club di famiglia". Gli anni '40 sono stati caratterizzati da grandi successi: la formazione denominata Rolo Compressor (rullo compressore) dominò la scena a livello statale, ottenendo sei campionati del Rio Grande do Sul, quota che verrà superata negli anni '70 con ben otto campionati consecutivi vinti. In quella squadra militarono alcuni elementi di spicco della storia del Colorado, tra cui Alfeu, Tesourinha, Abigail, Carlitos e Adãozinho. Il termine "Rolo Compressor" fu coniato per rappresentare la forza con cui l'Internacional superava gli avversari. La società portoalegrense fornì inoltre la maggior parte dei convocati per la Nazionale che vinse il Campionato Panamericano del 1956, tenutosi in Messico. Negli anni '70 si decise di abbandonare lo stadio Eucaliptos, oramai inadeguato a contenere il numero di sostenitori: il 6 aprile 1969, dopo dieci anni di lavori, venne inaugurato lo Stadio Beira-Rio.

Nel 1975 l'Internacional divenne la prima squadra di Rio Grande do Sul ad aggiudicarsi il campionato brasiliano, permettendo al calcio gaúcho di oltrepassare le frontiere statali con uno storico 1-0 sul Cruzeiro con rete di Elías Figueroa, al Gigante da Beira-Rio. Inoltre fu ancora al Beira-Rio che l'Internacional si laureò campione di Brasile per la seconda volta, nel 1976 contro il Corinthians, vincendo per 2-0. Nel 1979, i Colorados divennero la prima e unica squadra a vincere il campionato brasiliano senza subire neanche una sconfitta. Guidati da un fuoriclasse di fama mondiale come Paulo Roberto Falcão (ultima stagione all'Internacional, nel 1980 passò alla Roma di Nils Liedholm), i portalegrensi vinsero la doppia finale contro il Vasco da Gama (2-0 e 2-1). L'anno dopo la squadra sfiorò la consacrazione a livello internazionale perdendo però contro il Nacional Montevideo la finale di Copa Libertadores.

Nel 1992, con una vittoria per 1-0 sulla Fluminense al Beira-Rio, l'Internacional mise in bacheca l'unica Coppa del Brasile della sua storia guadagnando il diritto di partecipare alla Coppa Libertadores 1993. Dopo tre pareggi, tre sconfitte e nessuna vittoria nel girone, i brasiliani vennero eliminati. Da quel momento in poi dovettero passare 13 anni prima che i Colorados tornassero a giocare una partita nella massima competizione sudamericana.

Il club andò vicino alla retrocessione per due volte, nel 1999 e nel 2002. Nella prima occasione, la partita della possibile salvezza fu contro il Palmeiras al Beira-Rio. Quella partita è degna di menzione in quanto, dopo il gol dell'Internacional, sparirono quasi tutti i palloni nello stadio, il che causò numerose interruzioni e conseguenti perdite di tempo. La gara si chiuse 1-0 e l'Internacional rimase in Série A. Nella seconda occasione, nel 2002, la squadra giocò la gara decisiva contro il Paysandu a Belém, riuscì a vincere per 2-0, mantenendo il proprio posto nella massima serie. Nel 2005 l'Internacional giunse secondo nel campionato brasiliano, pareggiando il match decisivo con il Corinthians all'ultimo turno, dopo una stagione controversa caratterizzata da diverse partite truccate che generarono lo scandalo scommesse. Nel 2006, l'Internacional si aggiudicò i più importanti titoli della sua storia: la Coppa Libertadores e la Coppa del Mondo per Club battendo il Barcellona per 1-0 a Yokohama. Vincendo la Recopa Sudamericana l'anno dopo, l'Internacional conquistò uno storico treble.

Il 16 agosto 2006, l'Internacional pareggiò contro i connazionali del San Paolo nella gara di ritorno della finale di Coppa Libertadores, venendo incoronato Campione del Sud America per la prima volta nella sua storia. Il cammino incluse otto vittorie, cinque pareggi e una sola sconfitta, contro gli ecuadoriani del LDU nei quarti di finale. Per vincere il titolo, l'Internacional dovette sconfiggere, tra gli altri, due club che avevano vinto il torneo tre volte - gli uruguagi del Nacional e il San Paolo campione in carica. Al Morumbi, nella ripresa, Rafael Sóbis andò a segno due volte prima che il difensore Edcarlos accorciasse le distanze per il San Paolo. Grazie al 2-1 maturato in trasferta, all'Internacional bastava un pareggio nella gara di ritorno in casa: difatti riuscì a sfruttare al meglio il vantaggio casalingo e si qualificò per il Mondiale per Club, da giocare a dicembre in Giappone. L'attaccante Fernandão, che, insieme a Tinga, aveva segnato nella finale al Beira-Rio, fu uno dei 14 giocatori che chiusero come capocannoniere della Libertadores con 5 reti. Venne votato migliore in campo nella gara contro il San Paolo e si portò a casa la Toyota Corolla data come premio dallo sponsor Toyota. Fernandão mise l'auto all'asta e diede il denaro raccolto ad organizzazioni benefiche.

Con la vittoria nella Libertadores, l'Internacional si guadagnò un posto per i Campionato Mondiale per Club FIFA 2006, insieme agli altri campioni continentali del Barcellona (Spagna), dell'América (Messico), dell'Al-Ahly (Egitto), dello Jeonbuk Motors (Corea del Sud) e dell'Auckland City (Nuova Zelanda). Dopo un turno preliminare tra i campioni d'Asia, d'Africa, d'Oceania e del Centro-Nord America, l'Internacional venne accoppiato in semifinale con l'Al-Ahly. Al vantaggio di Alexandre Pato nel primo tempo, risposero gli egiziani con Flavo ad inzio ripresa. A mandare in finale i brasiliani fu Luiz Adriano (appena entrato) con un gol ad una ventina di minuti dal termine. Il 17 dicembre 2006 si disputò la finale a Yokohama ma la partita non mantenne le promesse della vigilia e il primo tempo si chiuse sullo 0-0 con poche emozioni. Nella ripresa il Barcellona alzò il baricentro scoprendo il fianco ai contropiedi dell'Internacional, che all’82’ colpì: lancio di Iarley per Adriano che, in velocità, beffò prima Belletti e poi Victor Valdes con un delizioso tocco di esterno destro. Con questo gol l'Internacional di Abel Braga sconfisse a sorpresa il Barcellona di Rijkaard e Ronaldinho salendo sul gradino più alto del Mondo.

A quattro anni di distanza da quel successo, l'Internacional ebbe la possibilità di replicarlo, ottenendo la qualificazione al Mondiale per Club ancor prima di disputare la finale di Coppa Libertadores, vista l'impossibilità per gli avversari, i messicani del Chivas Guadalajara, di poter rappresentare la CONMEBOL nel Mondiale per Club. Il 18 agosto 2010 arrivò comunque la conquista della seconda Coppa Libertadores, dopo aver battuto il Chivas sia all'andata (2-1) che al ritorno a Porto Alegre (3-2). La difesa del titolo mondiale conquistato quattro anni prima però non riuscì: l'Internacional, infatti, venne eliminato in semifinale dal TP Mazembe per 2-0 e per la prima volta nella storia la finale di Coppa del Mondo per Club non venne giocata da un club sudamericano.

Negli anni a seguire ci fu un crollo verticale e nel 2016 la squadra finì quart'ultima in campionato e l'11 dicembre, complice il pareggio per 1-1 nell'ultimo turno contro la Fluminense, per la prima volta nella sua storia l'Internacional retrocesse nel Campeonato Brasileiro di Série B. Il giorno successivo venne esonerato l'allenatore Lisca e ingaggiato Antônio Carlos Zago (ex difensore della Roma). Nel 2017, l'Inter ritornò in Série A dopo aver chiuso al secondo posto in Série B.

L'attuale stadio dell'Internacional è il José Pinheiro Borda, detto Stadio Beira-Rio o Gigante da Beira-Rio, e venne inaugurato il 6 aprile 1969, con una partita vinta dall'Internacional 2-1 sui portoghesi del Benfica della pantera nera Eusébio. I tifosi dell'Internacional aiutarono a edificare lo stadio, trasportando cemento, scatole di chiodi, barre di metallo e mattoni: la fatica della gente fu fondamentale ai fini nella costruzione dell'impianto. Inizialmente lo stadio poteva contenere più di 90.000 spettatori, ora, con la moderna regolamentazione FIFA, la capacità è scesa a 58.306. Il Beira-Rio ha sostituito l'Estádio dos Eucaliptos, impianto dove vennero disputate due gare dei Mondiali 1950. Il nuovo impianto è stato uno degli stadi che hanno ospitato le gare della Coppa del Mondo del 2014.

Il palmarès dell'Internacional è uno dei più prestigiosi di tutto il Sud America. È il club primatista di titoli gaúchi (46 contro i 40 dei rivali di sempre del Grêmio) e dal 2006 in poi è riuscito a mettere in bacheca tutti i trofei internazionali (1 Mondiale per Club, 2 Libertadores, 1 Sudamericana, 2 Recopa). I tre successi nel campionato brasiliano furono conquistati nel giro di cinque anni (1975-1979) ed è proprio in ambito nazionale che l'Internacional vuole tornare a competere per riportare un titolo che manca da ben 43 anni.

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