[FM23] La storia incontra la Storia

[Domenico della croce]

   

"Hai 47 anni, alleni da 20 anni e il massimo risultato sono stati 6 mesi in Lingue 2, dieci anni fa, se dovevi affermarti ti saresti già affermato. Il Dordrecht non è il Paris S.G., ma il contratto è migliore di qualsiasi altro ti sia stato proposto"
"Magari la colpa è del mio sedicente procuratore che mi propone ogni volta contratti capestro per incassare 3000 euro in più di commissione" commentò Domenico con un sorriso sarcastico, poi preseguì "comunque hai ragione la società è solida e sembra abbiano voglia di costruire qualcosa di serio, anche se potevi ottenere qualcosa in più di 1 anno"
"Andiamo! lo so benissimo che questa avventura è proprio quella che piace a te, se poi ci aggiungiamo quella storia di Weisz so che non ti farai scappare questa occasione"
"Vedi di lavorare da subito per un rinnovo decente" chiuse il discorso Domenico.
Gianni era suo amico da prima delle guerre puniche ed era il procuratore più scarso sul mercato, per lo meno scarso quanto lui come allenatore, ma aveva ragione: l'FC Dordrecht era una società seria, fin troppo, mai un rischio e questo la portava a languire nei bassi fondi della Erste Divisione, la seconda divisione olandese

   

Alla fine di Giugno Domenico si presenta nella sede della società. Dal vivo la società conferma l'ottima impressione suscitata, quel misto di serietà informale tipicamente olandese. La rosa è meglio di quello che si sarebbe aspettato, senza grandi stelle, ma a prima vista del buon materiale su cui lavorare e la prenza di Samuele Longo e Alessio Miceli sembra decisamente

Lasciati liberi i ragazzi di godersi gli ultimi giorni di vacanza, Domenico convoca immediatamente lo staff e inizia la programmazione della preparazione e del precampionato. I membri dello staff si guardano perplessi, Domenico intuisce che per loro le sue idee vanno al di là delle capacità della rosa, ma lui sa per esperienza che messi nelle condizioni giuste i calciatori sono resilienti e capaci di adattarsi a situazioni che non ritenevano di poter affrontare e chissà, con un pò di fortuna superarli. Ma poi in fondo lui non era Guardiola e magari tutto si sarebbe risolto in un disastro, ma questo era l suo modo di vivere il calcio

Presentò il suo schema di gioco, fatto di dinamismo, passaggi corti, attacchi sugli esterni, ma anche estremamente attento alla fase difensiva