13/04/2022, 21:07
Il campanilismo, vale a dire la rivalità fra città vicine, trova nel calcio un modo per prosperare anche al giorno d'oggi. E se pensi alle varie rivalità di campanile, non puoi che soffermarti sulla Toscana: qui ogni comune, ogni paese, anche il più piccolo, vive la sua fiera rivalità con i vicini. E poco importa se spesso le due realtà sono divise da una strada, un ponte...o un torrente. Qui, queste cose vengono prese ancora molto sul serio.
Ed io, lo so bene, avendo trascorso tutta la mia vita sportiva in questo ambiente.
Mi chiamo Gigi, Gigi Zoppini. Sono ormai alla soglia dei 47 anni, e vivo di pane e calcio da quando ero un bambino.
Nato a Firenze, ho iniziato appena possibile a giocare a calcio, cambiando diverse società dell'hinterland fiorentino. Ma, nonostante tanta passione e voglia, il buon Dio non si può dire che mi abbia donato dei piedi da campione. Pertanto, il punto massimo come calciatore, l'ho toccato disputando un campionato di serie D con la maglia dello Scandicci. Ma adoravo calcare i campi fangosi la domenica pomeriggio, quindi nonostante tutto, ho appeso le scarpette al chiodo solo quando il mio fisico mi ha consigliato di farlo. Avevo 42 anni.
Da allora, mi sono messo a studiare per continuare a restare nel mondo che amo, sedendomi in panchina. I risultati sono stati da subito migliori di quelli ottenuti da calciatore.
Da subito una panchina, quella delle giovanili del Pontassieve (il paese dove abito). Il primo esame superato brillantemente, che mi porta in tasca il Patentino C nazionale. Poi due anni, e due salvezze storiche, in prima categoria. E lo scorso anno, il grande salto: Grassina, campionato di eccellenza...ed ancora una bella salvezza.
Insomma, come dicevo prima, le cose in panchina vanno decisamente meglio di quando ero in campo.
I problemi societari dei rossoverdi però, mi hanno lasciato una brutta sorpresa. A fine giugno, mi ritrovo senza un contratto e senza una panchina sui cui sedere. Ma a volte si sa che da una sfiga nascono le migliori opportunità...
Ed io, lo so bene, avendo trascorso tutta la mia vita sportiva in questo ambiente.
Mi chiamo Gigi, Gigi Zoppini. Sono ormai alla soglia dei 47 anni, e vivo di pane e calcio da quando ero un bambino.
Nato a Firenze, ho iniziato appena possibile a giocare a calcio, cambiando diverse società dell'hinterland fiorentino. Ma, nonostante tanta passione e voglia, il buon Dio non si può dire che mi abbia donato dei piedi da campione. Pertanto, il punto massimo come calciatore, l'ho toccato disputando un campionato di serie D con la maglia dello Scandicci. Ma adoravo calcare i campi fangosi la domenica pomeriggio, quindi nonostante tutto, ho appeso le scarpette al chiodo solo quando il mio fisico mi ha consigliato di farlo. Avevo 42 anni.
Da allora, mi sono messo a studiare per continuare a restare nel mondo che amo, sedendomi in panchina. I risultati sono stati da subito migliori di quelli ottenuti da calciatore.
Da subito una panchina, quella delle giovanili del Pontassieve (il paese dove abito). Il primo esame superato brillantemente, che mi porta in tasca il Patentino C nazionale. Poi due anni, e due salvezze storiche, in prima categoria. E lo scorso anno, il grande salto: Grassina, campionato di eccellenza...ed ancora una bella salvezza.
Insomma, come dicevo prima, le cose in panchina vanno decisamente meglio di quando ero in campo.
I problemi societari dei rossoverdi però, mi hanno lasciato una brutta sorpresa. A fine giugno, mi ritrovo senza un contratto e senza una panchina sui cui sedere. Ma a volte si sa che da una sfiga nascono le migliori opportunità...